MiTo Fissa 2014 Part III – Di scelte sbagliate, gruppi persi e buffet abbondanti

Faccio che far partire il racconto direttamente a Milano alla partenza della scampagnata perché avete già sicuramente letto il report di altri ciclisti su quanto è stato duro alzarsi alle 4 del mattino per prendere il treno della disperazione e poi vedere da dentro il mitico tempio del ciclismo italiano che risponde al nome di Velodromo Maspes-Vigorelli.
La primissima esperienza in bici per spostarmi dalla stazione fino al velodromo è stata la cosa più ingannevole e infame di tutta la giornata. Spaventato dalle previsioni meteo non proprio felici, avevo deciso di portarmi tutto il necessario per affrontare condizioni estreme e non mi mancavano giacca e guanti in goretex. Peccato che in Milano città mi sono bastati pochissimi kilometri con cuffietta e manicotti per arrivare a destinazione sudato. Alla partenza ho quindi optato per lasciare il bagaglio all’ammiraglia e partire leggero “perché è sempre meglio non essere vestiti troppo che poi si rischia di sudare”.
Ph. Vostok Veloclub

Ph. Vostok Veloclub

Raramente ho preso una decisione così sbagliata… Già dopo pochi minuti, in pieno hinterland milanese, iniziavo a patire delle brutte raffiche di vento gelido, ma assolutamente non mi aspettavo di ritrovarmi a passare almeno un’ora sotto la pioggia battente e fredda. Risultato? Ho sofferto un progressivo e letale intorpidimento delle mani dentro i guanti fradici e gelati che mi ha fatto perdere il primo gruppetto in fuga. Ed è un vero peccato perché avevo la gamba per reggere il loro ritmo fino all’arrivo. Come se non bastasse le numerose buche nell’asfalto erano spesso dure da individuare perché colme d’acqua sporca e un paio di volte ho rischiato di perdere il controllo del manubrio.
Ma torniamo alla corsa. Una volta perso il gruppetto di testa sono riuscito a fare qualche kilometro insieme ad altri corridori, ma a Crescentino, dove aveva per fortuna già smesso di piovere ho fatto una sosta forzata per cercare di scaldare un po’ le mani e prendere qualcosa dalla tasca della maglia in quanto senza sensibilità alle mani era impossibile farlo in viaggio. Dalle parti di Chivasso ho succhiato l’ultimo gel energetico e ho usato quel poco di forze che mi rimanevano per trascinarmi fino all’arrivo in 5 ore giuste dalla partenza.
Ph. Vostok Veloclub

Ph. Vostok Veloclub

È stata sicuramente l’edizione più dura di tutte quelle che ho corso, ma anche quella che mi ha dato più soddisfazione. Ho divorato metà del buffet finale per rifarmi delle energie perdute a pedalare. L’anno prossimo spero di venir meno penalizzato dal freddo e riuscire a dire la mia insieme ai migliori.
Daje!
Enry

Lascia un commento